Un arco ampio ottanta chilometri di cime, di creste, di vallate, di pascoli, di foreste, di boschi, di ambienti naturali di straordinario valore, e qua e là alpeggi, cascine, borghi, rifugi. Il tutto compreso tra cime che toccano anche i 3.000 metri e ampie ondulazioni che precedono la pianura.
È questo il grande patrimonio della provincia di Bergamo: le montagne, che da sempre fanno parte della storia e della cultura dei bergamaschi. Le montagne bergamasche – note anche come Orobie – coprono la metà del territorio provinciale; un’area di rilevante pregio ambientale e naturalistico, per buona parte compresa nel Parco delle Orobie Bergamasche.
Frequentate abitualmente dai bergamaschi e dagli abitanti di buona parte della regione lombarda, sono un serbatoio di verde e di spazi intatti: l’ideale per il tempo libero, il riposo, le attività sportive, sia d’estate che d’inverno.
Oggi una fitta rete di sentieri ben segnalati, consente di raggiungere tutte le vette delle Alpi Orobiche. Montagne più o meno importanti e tutte con una loro storia alpinistica.
Via via che ci si spinge nel cuore della catena e verso le cime più alte l’ambiente si fa aspro e selvaggio, popolato da stambecchi e camosci e dove è facile scorgere il volo maestoso dell’aquila.
Nell’alta Valle Seriana spicca il gruppo del Coca, Redorta e Scais che superano i 3.000 metri: queste vette sono piuttosto impegnative e solitamente riservate ad alpinisti esperti, anche se in genere le cime delle Orobie sono accessibili a chiunque abbia un po’ di preparazione.